Sei per me ciò che per i poeti è l'assenzio m'inebri, m'esalti, m'ispiri e come un avaro morente che stringe a se ogni sua dovizia, così io con la medesima bramosia ti trattengo a me, gelosamente. Ma con il tempo si sa, tutto si consuma sicché il poeta piange la bottiglia vuota ed io dolente, mi rattristo con lui perché così vuota è anche la mia esistenza quando tu purtroppo manchi.
Mi hai fatto morir d'amore quando con i tuoi occhi e il lor bel lume mi scagliasti una saetta al cuore trovandolo sorpreso e senz'arme nel dì ove l'estate andava sbiadendo. Spero di trovar perdono in chi d'amor s'intende, per non aver opposto resistenza ma anche se ragion ragiona e pone freno, tant'è che rido e piango, e ardo e ghiaccio, procura solo vane sofferenze e crucci senza che a disii e sospiri possa metter pace.