In quella barca solitaria, che leggermente ondeggia accarezzata da delicati sbuffi d'acqua, rivedo te, estraniato dalla realtà bearti della pace e del silenzio che quel mare, tanto amato, ti regalava.
Perdersi al volante di un auto, perdersi in mezzo alla campagna, perdersi perché affascinate. Una visione meravigliosa si offre ai nostri occhi grazie un naturale corso d'acqua che rincorrendo le sinuose sponde si gode le dolci carezze dei fili d'erba, dei folti cespugli e dei rami pencolanti che rispettosamente cercano refrigerio saziando la loro arsura in quelle tranquille acque. Che dire di quel campo o meglio di quel giallo tappeto di colza che, ergendosi verso l'alto, intensamente brilla sotto un plumbeo cielo di sfumati grigiori. Prati verdi, boschetti selvaggi, una piccola chiesa, una casa e mille diverse colorazioni completano un'incantevole visione agreste. Emozione, stupore, sensazioni indescrivibili per tanta bellezza e pace.
Un pianto di bimbo spesso accompagna le mie giornate. Chi sei, dove abiti, non so, conosco però la tua voce, che con i tuoi gridolini, mi torna, ormai, familiare, come pure il tuo nome, pronunciato spesso da chi ti ama. Il tuo pianto, la tua voce entrano, prepotentemente, nel mio regno, violando quel silenzio che aleggia nelle stanze, un tempo, giardino di giochi, suoni e voci. Mi rallegra questa tua invadenza, momenti di una vita che avanza mentre un'altra si avvia al tramonto.