Poesie di Sabrina Daghetti

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Scritta da: Sabrina Daghetti

L'onda

Resta lontana ad aspettare...
Guarda la riva del continente che le si prospetta... ed attende.
Sa che quello sarà il suo destino.
Si compone di piccole inoffensive parti
e diventa un monumento al Mare.
Veloce si erge e schiuma sfiorando quasi il cielo e le stelle.
Ed io che dalla spiaggia l'ho sempre guardata con desiderio...
Eccola...
Immensa, mutevole, falsa, magnifica schiera di acqua purificatrice...

"Mangia i ricordi e sazia portateli via...
Fammi annegare tra i tuoi abbracci e scotimenti."

E mi risucchia con essa e con me la sabbia mi acceca.
E tutto si spegne, ogni mio senso, ogni mio pensiero
Ogni parte di me è suo.
Sabrina Daghetti
Composta lunedì 31 luglio 2006
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    Scritta da: Sabrina Daghetti

    Giovinezza

    Profumato senso di vita
    di gioventù
    di beltà
    di forza
    di grandi cose.
    Senso di vanità
    Oh, scivolosa ricchezza.
    Anni regalati e mai goduti
    che non capiamo ora
    che rimpiangeremo poi.
    Visi dolci
    eterei cuori di cristallo
    pelli soavi e profumate
    capelli mielati lasciati alla cura del vento.
    Bocce infuocate e mani curiose
    occhi arzilli e pieni di eternità.
    Pensieri leggeri
    pieni di errori.
    Pianti e sbagli vi attenderanno.
    Darei la mia anima per l'eterna giovinezza.
    Infausto destino
    fitto e denso come la melma,
    sporco e soffocante,
    che mi accompagnerà fino al giorno dello sfacelo.
    Evitatemelo se potete
    uccidete il futuro,
    lasciatemi così
    piena di dubbi e affanni
    ma giovane e immortale.
    Sabrina Daghetti
    Composta lunedì 19 ottobre 2009
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      Scritta da: Sabrina Daghetti

      Laggiù

      Laggiù
      dove non arrivano neppure i marinai più conoscitori
      tra le tempeste distruttive del naturale vivere di ogni essere.

      Laggiù
      dove a volte tutto tace ed è solo un mare piatto d'inespressione e apatia del misero ondeggiare
      tra le schiume bianche ed i fondali azzurrini e limpidi delle giornate piatte.

      Laggiù
      tra i sogni soffocati dal silenzioso ed imperturbabile passare degli infiniti pesci
      si annaspa per tornare in superficie ogni giorno, sperando in un nuovo orizzonte.

      Laggiù
      si vive confinati, reietti di chi sa quale Dio
      ci si vede senza guardasi, ci si parla senza comunicare.

      Laggiù
      dove l'attesa dell'onda anomale e portentosa che ci porti su una riva è tanto ambita
      dove l'uragano quando passa in realtà non "passa" per tutti, ma resta e in questi si cela.

      Laggiù
      dove lo schiaffo non è tangibile,
      dove la morte non è materiale

      Laggiù
      è solo quell'urlo afono
      che squarcia la realtà, che sale in superficie e si impone su di noi come un ciclone.

      Laggiù... deve restare!
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