È astratto e sconosciuto questo sentimento dedito a te. Singolare e anormale vita, lasciami filtrare nei cunicoli dei tuoi anni. Abbiamo redatto un insolito contatto, ma temiamo la voce e il bagno dei nostri occhi. Non calcolo l'esito del mio finale parere, ma questa femminea e cervellotica curiosità mi spinge oltre. Valichiamo l'essenza che ti possiede e andiamo al di là della tua triste anima.
Sono miliardi di sfoglie questi anni che ci sostengono, ci coprono e ci annegano. Infrangibili sfogliamo le pagine di vite spezzate, disastri iniqui e guerre sterminanti. Il dolore non ci sfiora, e sorridiamo tornando nelle membra di questo mondo odierno, ignari che prima o poi risucchierà anche noi. Tanti, come gli anelli nel legno questi giorni che ci hanno posseduto e formato, ma il mondo ruota imperterrito, e nella maratona confidiamo sempre di arrivare prima di chi ci oscura. Tante ore sfumate per far recitare il burattino che abitiamo, ma mai un attimo per osservare gli ingranaggi che lo fanno muovere e danzare sul palcoscenico di questa Terra. Le nostre menti sono turbate dal probabile giudizio dopo questa vita che tocchiamo, ma siamo esseri incoscienti, perché la vita e il tempo vanno, ma non tornano mai sui loro passi.
Pochi e tanti quei giorni nell'anno in cui il nostro paese si abbindola di luci e decori che dolcemente ci stordiscono. Anime eccitate negli attimi di festa, pregne di bontà pressata recitano sul palco e si dipingono di purità passeggera. Gira la sfera che ci nutre e speranzosi attendiamo il suo nettare. Quando si è dissipato il valore celeste che ti possedeva un tempo? Oggi le strade sono tornate tetre, a volte dai pensieri di sempre, anche da quelli che si celano quando giungi, involucro di falsità e guadagno.