Non illuderti, ne restano tracce. Un cristallo del desiderio un filo di quel miele. Qui dentro fosti amato, qui amasti e non in sogno. Prenderanno in custodia la stanza vuota – reti e pinze e cartasughe sensitive fibra a fibra l’amore ripescando. Quei gelidi seguaci di Lussuria a perlustrare la vita.
Stomaco delicato, anima blanda, non si regge più di un viaggio l'anno in quelle lande dov'ebbero i secoli voglia di cattedrali e ne piantarono come altri, altrove, pianta vigne... – incerto il cuore se spendersi fino in fondo, persi gli occhi nel bosco sibillino, in quel fuori dal mondo, alla radura o alla macchia dove c'è chi ti legge e, si sa, all'ultimo verso capisce ch'erano segreti da niente, chiavi d'un magazzino qualsiasi, festoni con tanto d'appassito... (nondimeno sia lode al Dio cui devi quella voce).