Scritta da: Zio Steve
La complessità della semplicità
La cosa più semplice del mondo
Potrà sorprenderti per la sua bellezza,
prova ad indagarla
e la sua complessità,
ti sorprenderà per il suo fascino.
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La cosa più semplice del mondo
Potrà sorprenderti per la sua bellezza,
prova ad indagarla
e la sua complessità,
ti sorprenderà per il suo fascino.
Ho bisogno di distrazione,
per ritrovare il mio cammino, la poesia.
Lì dove cominciano i versi,
sul fresco pavimento d'estate,
dai luminosi limoni di fronte al balcone.
Ho bisogno di distrazione,
dal caotico spalleggiarsi
l'uno contro l'altro, spingere per andar dove?
La poesia, per ritrovare il mio cammino,
per ritrovare la purezza a volte contaminata,
mai contaminazione fu tanto desiderata,
da quella che nel caos
sporca i versi
di rabbia, diffidenza,
facce distratte dal moto frenetico
di cimici che sbattono qua e là.
La poesia per ritrovare
Farfalle bianche nel giardino,
piccoli fiorellini gialli,
ne raccoglierò uno, lo poserò in un libro
che leggerò nel caos.
Non posso stringere la tua mano,
hai violato un innocente,
sei entrato nella sua stanza
ed hai buttato all’aria
i suoi giocattoli
e poi, hai toccato il corpo di Cristo.
Hai sputato nel piatto
Nel quale mangi la domenica.
La confessione rassicura
I tuoi impulsi
Ogni qualvolta perseverano
Il concupiscibile.
È sereno chi ascolta la tua confessione?
Conosci veramente Cristo?
Quando entro al Pantheon
E punto lo sguardo verso l'alto,
divento leggero.
Ho avuto la stessa sensazione
Entrando in Hagia Sophia.
La sensazione di leggerezza
Mi avvolge
Come la centralità Architettonica.
I versi del Corano che si intrecciano,
come l'oculo del Pantheon
che mi proietta nell'azzurro, oggi.
Chi entra
Diventa leggero
Come buon vino decantato.
Un decanter il Pantheon,
un decanter Hagia Sophia,
l'iconoclastia
non lascia rappresentazioni del Cielo,
la leggerezza
me lo lascia immaginare.
Diamo spessore alle nostre passioni.
la tecnologia ci conduce
dalla mono-dimensione di Marcuse,
alla dimensione zero.
Necessario un rendering,
siamo fatti di materia.
Da tempo non mi dedicavo alla scrittura,
il quaderno si lascia afferrare,
chiedendomi di essere scritto.
Mescolare inchiostro e carta,
amplesso intellettuale.
Ripensamenti ed asterischi,
sono le piccole attenzioni
che diamo a chi promettiamo amore.
Una carezza, un abbraccio per calmare un brutto sogno,
sentire il suo contatto anche nel sonno.
Cercarla nel sogno e ritrovarla
Dita tra le dita.
Ancora più spessore,
ancora più materia.
A lui piace definirsi colto,
i libri gli danno sicurezza
in questo tempo incerto.
A vederlo non si direbbe,
nella sua aura di timidezza
da pulcino bagnato.
Sa che Dio esiste,
guarda il cielo e sussurra:
"sai che non sono opportunista con Te,
non rompo le nuvole
in caso di necessità,
per guardare il cielo".
E poi domanda:
"perché delle colpe di chi non si vede,
ne risentono coloro che si espongono alla luce del Tuo Sole,
ripeto il Tuo Sole
il Tuo Dono per noi.
Ho commesso tanti errori nel mio percorso,
ma della fame, della guerra
che colpa ne abbiamo noi?
Eppure oggi ho rimorso
Di essere uscito dal lavoro
Dieci minuti prima,
cosa pensa in questo momento
chi costringe questo bimbo
al quale sto passando accanto
a restare qui,
a chiedere qualche spicciolo.
Noi leggiamo libri,
percorriamo lunghe strade, piccoli sentieri,
scorgiamo la bellezza nella sofferenza,
giochiamo con il mondo e piangiamo con il mondo
quando incontriamo intermezzi esistenziali
lungo il percorso.
E quel bimbo gioca con il mondo?
E chi sfrutta quel bimbo, piange con il mondo?
L'Armonia del Dolore.
Ci insegnano a dire la verità
e alla prima nota sul diario, mentiamo.
Ci insegnano a desiderare la pace nel mondo
e giochiamo con i soldatini.
Ci insegnano che rubare è sbagliato
e scegliamo di fare il ladro
quando giochiamo a guardie e ladri.
Ci insegnano a rispettare i nostri spazi
e quelli altrui
e ad un due tre stella
non restiamo fermi.
Siamo una ellisse,
due poli,
due fuochi,
due forze contrapposte e necessarie
l'una all'altra.
Pazienza, volontà e amore
per formare un'altra ellisse
e completare il cerchio.
Troppi, i bimbi per strada;
troppi, i sorrisi costretti,
per chiedere qualche centesimo di tranquillità;
ancora troppe le spine,
conficcate sulla testa di Cristo.
Innocenti, stillati dal sangue delle ferite del Signore.
Latte e sangue puro,
mescolato all'infame asfalto.
Il mio cielo,
è anche il tuo.
se io, in questo momento,
vedessi una stella cadente,
la vedresti anche tu,
esprimeresti un desiderio con me.
Mi commuovo io,
ti commuovi anche tu,
ci incontreremmo
in questo oceano dell'Alto.
Il mio indice punta la luna
E tocco il tuo dito.
Gli uccelli afferrano i lembi
di questa trapunta blu,
che a poco a poco
si schiarisce,
è l'alba, amica da prendere al volo.
Un album il mio passaporto
Ed una valigetta di colori
I miei sono disegni,
il mio non è dipingere,
mi piacerebbe, ma non lo è.
Tracciare le linee essenziali
Di ciò che vedo,
sarebbe complicato;
soprattutto,
la vera difficoltà,
è nell'essenziale stesso.
Pastelli,
acquerelli,
colori a cera,
per tecniche
di un repertorio dell'infanzia.
Prendo un foglio
E vedo una balena;
spruzza acqua,
il blu diluito con il bianco
ora è azzurro,
acqua limpida e fresca,
per questo caldo.
Se devo disegnare il cielo,
vedo nuvolette bianche,
l'azzurro diventa blu
con piccole stelline
ed una mezza luna.
Un Sole grande grande,
su qualche collinetta
ed una casetta
che sembra non cambiare mai,
come il mistero che la avvolge
da sempre,
di cosa ci sia dentro di essa
e quel viale che parte dalla casetta,
percorrendolo all'inverso,
dove conduce?
E vola qualche foglio
Del mio album
Nella stanzetta
Di un bimbo iraqeno,
di un bimbo afghano,
di un bimbo libanese,
di un bimbo....