Strangolato dall'ansia il respiro si blocca come statua di gesso fisso nel vuoto non sento rumori asciutta è la bocca la testa un macigno centrifuga pensieri scavo un buco senza fondo nella mente nell'immotivata ricerca del niente aperta la finestra su i giorni che scorrono riflesso nel vetro spettatore di me stesso.
Nella pianura addormenta, il nostro desiderio d'amore chiuso in una goccia di rugiada. Alba dolce madre della vita con l'ultima manciata di stelle scioglie la brina del mattino portando alle tue labbra la mia sete. A piedi nudi camminando sul trifoglio raccogliamo granelli di luce.
Sulla collina al chiaro di luna sotto una vecchia quercia i nostri corpi nudi percorrono antichi brividi accarezzati da morbida erba fermi in silenzio avvolti in una sinfonia dimenticata di suoni: fruscii, sussurri, versi e rumori abbracciati, ricordiamo leggende storie di tempi remoti di fantasmi e altri strani esseri il nostro piacere mescolato ai profumi del sottobosco emana sensualità quasi palpabile. Baci voluttuosi ci colgono di sorpresa nella parte più fisica della nostra identità risvegliandone gli impulsi primordiali una potente misteriosa energia ci accompagna alle prime luci dell'alba stimolando un insaziabile desiderio d'amore che ci unirà per sempre.
Le mie feline mani stringono le fredde sbarre delle mie introspezioni Cammino intorno al perimetro della sofferenza Cerco uno spiraglio di luce Ascolto immobile il cuore pulsare Il martellante richiamo della vita prova a percuotere il temprato corpo d'incudine Paralizzato dal ghiaccio dell'impotenza Insensibile al vento della speranza Mi lascio ossidare dal ricordo.
Ascolto un lacerante ronzio Scuotere le pareti della mia mente Legato e imbavagliato Fuggire al mio autocontrollo Sento il mio corpo sudato Ardere sotto i vestiti Come amo ricurvo Contorcersi dalla morsa dei crampi Vedo nelle grida del passato Persone che ho stuprato Condannare il loro carnefice Alla deriva dei rimorsi Cammino le giornate nella solitudine Cerco nell'artificiale silenzio Dimenticata quiete Con movimenti ovattati Nascosto nell'ombra Confondo la mia immagine nello specchio.
Rinchiuso nei profondi labirinti della buia terra Scavo con la bocca alla ricerca d'ossigeno di luce I miei arti diventati radici mi nutrono con la loro linfa Spinto dalle orgiastiche zolle del passato Striscio tra gli indifferenti solchi del presente Frano cieco e senza corpo un attimo in superficie per essere sepolto.
Occhi verdi come pineta sul mare fissano nel vuoto lacrime di antichi amori accarezzati dalla luce dell'alba asciugati dai raggi del sole riaperti da orizzonti infiniti cercano immagini nuove.