Al nostro re Teopompo, caro agli dèi, per merito del quale conquistammo Messene, dalle ampie contrade ... Messene, luogo bello per arare, bello per piantare ... intorno ad essa combatterono per diciannove anni, sempre, senza interruzione, con animo coraggioso, i guerrieri, padri dei nostri padri. E nel ventesimo anno, lasciati i pingui campi,
Per un uomo valoroso è bello cadere morto combattendo in prima fila per la patria; abbandonare la propria città e i fertili campi e vagare mendico, è di tutte la sorte più misera, con la madre errando e con il vecchio padre, con i figli piccoli e la moglie. Sarà odioso alla gente presso cui giunge, cedendo al bisogno e alla detestata povertà: disonora la stirpe, smentisce il florido aspetto; disprezzo e sventura lo seguono. Se, così, dell'uomo randagio non vi è cura, né rispetto, neppure in futuro per la sua stirpe, con coraggio per questa terra combattiamo, e per i figli andiamo a morire, senza più risparmiare la vita.