Tace il tempo si ferma il suono. Tra le spighe attente in verticale posa, pensieri caldi germogliano e vulcaneggiano zampillanti chicchi di felicità. Mi copro di questo mare erboso diventando aratro di fertili zolle. Io stessa seme di seme. Non io, ma noi.
Una foglia assaporando l'aria cade in apparente silenzio orizzontale o forse dorme nuotando nuda di clorofilla. Quel cadere, meraviglia gravitazionale, ferma il mondo. Non so se ad altri appare quest'immobilità leggermente mossa che trasforma il tempo in sogno e sembra eternità.
La mia eternità è l'ala di un gabbiano sui capelli. Noi voliamo nella tempesta e nella bonaccia abbracciati. Ci abbandoniamo alle correnti e ai refoli dispettosi che allargano le sbarre e ci donano baci.