Poesie di Valentina Benvenuti

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Scritta da: cimelio

Tu sei la notte

Tu
Sei la notte
I tuoi occhi cieli d'oriente
Dipinti con inchiostro di pergamena
Mille specchi tieni racchiusi
In quell'oscurità profonda

Sei la notte rischiarata da ruscelli di diamanti
Di sogni ariosi e volanti
Che popolano la tua fantasia impalpabile
E di realtà dolce malleabile
Che osservi da lontano con estrema pace.

Quiete sul tuo viso scolpito dal vento
Rilassi il mio volto increspato dalle onde
Ed ogni tuo abbraccio notturno
È un nuovo spiraglio di luce tra i miei pensieri offuscati
Da un triste lamento eterno.

Ma resti Notte
Mistero nei tuoi occhi arricciati
Qui sotto questa coperta, manto di stelle
Dolce curiosità richiami in queste mani ingessate

Fragile terrore
di perdersi nel buio che allontana il mondo dorato
che inesorabilmente si sta dissolvendo nell'orizzonte incrinato.
Come una musica antica che risuona ancora nel mio animo
che accompagna il cammino delle foglie nel vento

Ma rimane un canto mistico e lieve
che perde la sua intensità
ad ogni mio passo
nella nostra notte incantata.
Valentina Benvenuti
Composta lunedì 23 agosto 2010
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    Scritta da: Valentina Sogna

    Nerozero

    Io mi guardo, e vedo Nero
    come quella notte in cui la luna
    a malapena si vedeva
    lei a brillare ci provava
    ma non ci riusciva
    e poi a nessuno, sai, glie ne importava

    Nero
    come se pensassi a quel colore
    che un silenzio può spiegare
    quell'assurda sensazione
    fare finta di star
    bene, e poi morire dentro, dentro al

    Nero...

    Nero, macchia impertinente
    nero, cieca ambiguità
    Nero, questo nero
    quanto male fa
    Nero, sempre più frequente
    nero, quotidianità
    nero, come il nero
    che mi assorbirà.

    Mi riguardo, e vedo Zero
    come quello che mi attribuisco
    quando sbaglio, e non capisco
    perché se tra diecimila
    io non sono neanche
    l'ultima, in gara non ho posto

    Zero
    come zero son le volte in cui
    ho tentato di rialzarmi
    me ne stavo inerme a terra
    tanto lo sapevo
    che sarebbe stato tempo perso

    Zero...

    Zero, numero fasullo
    zero, a cosa servirà
    zero questo zero
    quanto male fa
    Zero, sempre più frequente
    zero, quotidianità
    zero, ed è uno zero
    che mi annullerà.

    Però penso che sia vero
    so che in fin dei conti basta poco
    ceto, non è affatto un gioco
    ma chissà quante persone
    come me si senton
    fragili, frammenti di cristallo

    è vero
    che la gente spesso è un po' insicura
    vede il mare, ne ha paura
    ma si butta nonostante
    le correnti sono
    forti, nuotano controcorrente

    Spero
    di riuscire ad essere migliore
    da chi lotta, imparare
    che alla fine il gioco vale
    la candela, e dunque
    tiro avanti, non c'è Nero e non c'è
    Zero, dentro me.
    Valentina Benvenuti
    Composta mercoledì 7 ottobre 2009
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