E così che arriva, Arriva e chiama a sé il caldo, le dolci e piccole nuvole che come zucchero filato, ci fanno assaporare un'estate dolce e zuccherata. È arrivato sua eccellenza il vento che con il suo grande mantello, spazza via l'odor dei frutti estivi, e dell'erba, che cresce, colorando le colline, che ora si tingon di giallo, ricordando quel sole che per tutto il dì ci accompagnava nei nostri divertimenti. Ora il sole è stanco, ma concede ancora quei piccoli istanti, in cui guardando quel timido cielo azzurro, ripercorriamo quell'estate chiusa ora nei nostri soli pensieri.
Dovunque trovi poggio, Persin su quel rametto del giovane pesco, Che tanto desidera mostrar i suoi boccioli e Rilasciar al vento il suo seme. A te fiori non incantano e di lui mai sentir vorrai ragioni.
Agli infanti dai gioco, alla Terra dipingi nuovo volto, Cui felice godi delle stime a te rivolte, ma ora fermati e guarda là nel faggio, Cui da casa ai pettirossi Che tanto vogliono cantare e Librarsi nel firmamento, Cancellato e reso vuoto.
Le nostre lande ancor non vuoi lasciare, Posando ovunque il tuo mantello candido. Sei ribelle al tuo genitore Che con il glaciale annuncia il suo arrivo. Lui riposar vuol andare, ma caparbia non vuoi smetter di danzare. Il tempo non finito ancor per te, Così soffice e fresca, mai per te il tempo è passato.
Lascia che prati si tingano, Lascia che i nostri occhi possano ammirare quei petali, Coperti dalla tua lunga veste. Seguilo sul carro che ora nel ciel dirige, non versar più fiocchi dai capelli, resta ove più sei amata, dove le piccole bianconere mai nidieranno.
Dietro al vetro io ti osservo e porgo a te il mio desiderio, che al sol tu lasci sipario e campane a suonar per festa, mentre i novelli venuti a luce dal letargo emergono.
Azzurro, come ciel d'umor pago, Azzurro come l'acqua che fatua si specchia, Azzurro, come esigue dolci madonne, Azzurro come piume d'una Ghiandaia, Azzuro, come occhi che felici guardan quell'acqua che scorre e le piccole flore sfiora sotto quel ciel che con soffici nembi riempie il vuoto come l'anima che colma i cerulei iridi.