Gli occhi di Giulia sono colmi d'inchiostro e non sanno parlare la lingua dell'arcobaleno
Gli occhi di Giulia scrivono musica jazz su pentagramma di nerofumo... balla Giulia sulla punta di diamante che ti graffia la vita Balla immersa nella notte infinita verso il faro lontano afferra le dita, stringi la mano non inciampare nel vento che solleva la gonna
Giulia non sa d'esser già donna, si culla nei sogni spalanca le vele... ricade sul ruvido nero di fiele
Ma Giulia ha fuoco per squarciare la tela ha spada per trafigger la sera e coraggio per solcare il dorso scuro del mare... s'annega il confine del buio nel diamante di occhi ridenti
Gli occhi di Giulia sono falò nella notte dell'anima.
Questa notte, una spina bruna m'occlude il cuore per quanto tempo m'avvelenerà il sangue per quanto tempo l'addolcirà del tuo sapore... finché giunga grecale a portarmi aromi antichi imprigionati nel sorriso di Madonna bruna
Questa notte mi è giunto il soffio del Sud mi ha scaldato le tempia, mi ha crocifisso al rimpianto Il soffio caldo sfuggito da una lettera... le tue lacrime disciolte nell'inchiostro il tuo respiro profumato di limoni e cioccolate e frasi antiche sussurrate all'ombra del glicine peccaminoso
Erano le campane il marchio della festa... qui le campane parlano una lingua straniera m'hanno rubato la melodia delle estate indolenti a tuffarci in sogni impossibili, ad assaporare il frutto della tua dolcezza
Ma un giorno traverserò l'Oceano uccello migratore sul filo del vento mi poserò sul bianco di calce, dove il mare riflette la carezza serena che ci cullava bambini
Un giorno, vedrai il gabbiano annunciare il ritorno dello straniero che ora piange sulla riva opposta dell'Oceano
Non scrivermi più, non scrivermi parole tristi mandami solo il tuo profumo e l'impronta delle tue labbra un bacio impresso di cioccolato amaro... a sigillare il foglio e il mio respiro.
Viene da lontano, questa musica che ci avvolge affascina stringe ammanta di seta le nostre serate Viene da un tempo di piccoli passi e grandi speranze, nasce al lume di quattro corde e sette note strappate al silenzio della dimenticanza
Note di luce riportate alla vita, al soffio argentino del vento d'aprile... scacciano ombre, appianano dubbi sciolgono l'indifferenza in bagno di rose è un ritrovarsi di cuori fraterni e voci gagliarde, è un infinito di accordi e infinite le strette di mano al ritmo della luna crescente
Furono sette, i passi all'origine e sette le note al principio del cammino... la via nuova, dapprima deserta si popola di occhi, di mani e sussurri in bozzoli amici
è un coro possente, tripudio di melodie e canzoni è una piazza ricolma di nuovi motivi e visi ridenti