Riempio i miei occhi come valigie e li colmo di volti, di desideri, di libri ed invenzioni, di informazione ed anche disinformazione, di cielo e di mondo e talvolta anche di lacrime e di pregiudizi, così come d'amore e di dolore. Sì, io colmo le mie pupille fino all'orlo di preghiere e di imprecazioni e quando termina la mia giornata chiudo con cura le mie valigie, le palpebre, sviluppo il materiale accantonato tra le reti del mio inconscio come fotografie tridimensionali e mi muto in un sogno diverso ogni notte, dove posso giocare con il mio caos interiore che si espande e dilaga, dove sono il disperato dittatore di me stesso ed il mio più ricercato disertore, dove mi posso bagnare ma resto asciutto ed il fuoco non brucia come la passione. Sono trasportato dove il tempo non corrode, dove si materializzano le illusioni e la ragione è anestetizzata dal resto ed il resto è forse follia, i sogni possono essere buoni o spaventosi poiché i sogni siamo noi. Vogliamo che i desideri di cui siamo schiavi ci trattino come dei signori, infondo le delusioni sono soltanto un risveglio che ci raggiunge quando un'esperienza giunta al capolinea, smette di cullarci.
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