Scritta da: nina.*
Attraverso quella fessura.
Vedi.
È lì, ti vuole - affamato di carne.
Un lupo - ha fame.
Fame di te.
Composta giovedì 26 febbraio 2015
dal libro "Diario dei sogni" di Antonietta Palermo
Attraverso quella fessura.
Vedi.
È lì, ti vuole - affamato di carne.
Un lupo - ha fame.
Fame di te.
Donna insultata, presa a calci.
Donna senza amore, senza cuore!
Arrabbiata, impaurita.
Donna calpestata
Donna, la stella.
Nessuno sa,
pochi lo sanno.
Staccar al fanciullo l'anima
e... morire.
Se avessi conservato
il tepore delle carezze,
ora non sentirei
la lacerante pena
nel congedo della sera.
Non scriverei parole
avvolgendole
in abbracci mancati.
Non ascolterei l'eco di un dolore
che odora di sogni agitati.
Che partorisce
risvegli smarriti,
nel sordo ripercuotersi
di un canto lontano.
Non trascinerei al mio fianco
l'ombra di allora,
fantasma di antica gioia.
Placherei le tempeste
chiuse nei palmi,
protette dalle unghie
conficcate nei pugni chiusi.
Aprirei lentamente le mani,
e lascerei scaturire carezze
intrise di nuove speranze.
Sono solo scivolato nella stanza accanto.
Io sono io e tu sei tu.
Quello che eravamo l'uno per l'altro, lo siamo ancora.
Chiamami col mio solito nome.
Parlami nel modo in cui eri solita parlarmi.
Non cambiare il tono della tua voce.
Non assumere espressioni forzate di solennità o dispiacere.
Ridi come eravamo soliti ridere
dei piccoli scherzi che ci divertivano.
Gioca... sorridi... pensami... prega per me.
Lascia che il mio nome sia la parola familiare
che è sempre stata.
Lascia che venga pronunciato con naturalezza,
senza che in esso vi sia lo spettro di un ombra.
La vita ha il significato che ha sempre avuto.
È la stessa di prima.
Esiste una continuità mai spezzata.
Che cos'è la morte se non un incidente insignificante?
Dovrei essere dimenticato solo perché non mi si vede?
Sto solo aspettandoti, è un intervallo.
Da qualche parte molto vicino, proprio girato l'angolo.
Va tutto bene.
Sono come pioggia che bagna la tua anima
e rimbalza al tuo sangue accelerandola.
Sono quella che inquieta la tua mente con chimere impossibili.
Sono quel torrenziale acquazzone di carezze che propizia.
Sono amore, gocce d'acqua che bagnano la mia pelle
cercando senza pausa l'alveo della tua.
Sono anche pioggia di parole con la quale cerco di raccontarti
le mie piccole cose
i dettagli dei miei sonni
le pazzie che mi catturano.
Sono suoni, profumi, carezze, vibrazioni, e riesco a sentirle ascoltando il centro dell'anima.
mi lascio abbracciare dalla tua voce che è come un faro per me.
La mia anima diventa una rondine che tocca Terra, Mare e Cielo.
Io cercavo il colore del cuore,
il colore del sangue, il colore delle fragole,
quello delle sbarre di carminio,
quello delle mele molto mature,
quello delle creste chiacchierone dei galli,
il rosso dei berretti dei gnomi,
il rosso rosso di Cappuccio,
quello delle gonne dei papaveri.
Ogni alba è un simbolo sacro.
Si, perché sacro è ogni
nuova giornata,
da quando, nostro padre
ci mandò, la luce.
Chi mai può trovare,
lo spirito mio
quando spadroneggia,
fuoco e morte!
Bugiardi, tormentano
con la follia.
L'umanità angosciata
in una notte senza fine!
E l'aria è vuota, nell'attesa
di un'alba nuova e pura.
l'anime vaganti,
gementi vanno
elemosinando sublimi illusioni.