Nel respiro delle stelle Ti ho cercato e nel languore del cielo quando il cielo è ancora assonnato, nelle limpide aurore dei mattini d'estate.
Ancora Ti cerco nel fragore del mare che sullo scoglio s'infrange e nelle gocce di rugiada su petali e prati adagiate come lacrime ridenti ad acquietar l'arsura.
Così si dilata il desiderio, nostalgia incandescente di Te.
Non fa rumore la pena nell'arcano silenzio della notte.
Conosco uomini che percorrono strade tortuose, sospese tra terra e cielo, come equilibristi sulla corda tesa camminano carezzando gli ostacoli. La luce del sole, nei loro occhi, racchiudono e nelle tenebre della notte, in silenzio, tengono il cuore in mano. Conosco uomini che sanno volare in alto ben oltre le cime dei baobab, non stringono in pugno diamanti ma il loro nudo sorriso regalano al mondo per dar luce alle aurore di quest'oscuro millennio. Ripetono un grido sommesso di speranza soffuso, come tatuaggio nell'anima inciso:
"HACUNA MATATA" "NON C'È PROBLEMA"
"Hacuna matata" è questo il tam-tam che trasmettono al mondo, è questa la loro bandiera, vessillo iridato di pace e d'amore.
Ed è là, dove il sole all'orizzonte s'inchina a baciare la terra africana e la memoria sanguina e grida lo strazio di un travaglio che ha sconquassato la vita, dove il vento culla il pianto dei bambini dagli occhi immensi come la loro fame, là, questi uomini hanno lasciato il loro sorriso scolpito nel sogno di un mondo migliore.
Ho coppe di cristallo, amore e baci nascosti nelle tasche, voglio inebriarmi di vino e di passione perdendomi nella luce del tuo sguardo. Mi hai fatto dono di una veste nuova, da te intessuta con carezze e sogni, la indosserò sopra il mio corpo nudo e sarò un'arpa sotto le tue dita. Dolce Dioniso, sarò la tua Arianna, cospargimi di vino e del tuo ardore, sarà delirio, ebbrezza, e rapimento, non far cessare questo nostro oblìo. Afferra il tempo e stringilo nel pugno perché l'incanto non debba mai finire.