Come un egregio pittore che ritrae, io parlo del tuo lento e grazioso adagiarti, del tuo amabile silenzio echeggiante. Osserverei il tuo splendore per un tempo indefinito. Anche nei giorni funesti, ad ogni tuo fiocco io rinasco.
Un doloroso ieri muta in paure ed insicurezze, finanche aggredendo te, padrone del mio cuore, con rabbia e tristezza. Poi, solo lacrime dai miei occhi terse dalla tua tenerezza. E i miei battiti inquieti trovan pace col tuo primo "ti amo".
Quanto dolore nel mio passato, ed oggi l'impeto m'imprigiona. Odio con orrore, misericordia, Padre. Perdona il mio eterno peccato: ho condannato la mia anima per aver permesso ch'egli mi toccasse il cuore con le sue menzogne, per aver sognato un'infinita passione, per averlo amato, offendendo Te. Padre, liberami l'anima.
Salgo sulla mia stella e viaggio con la Notte, isolandomi dalla banalità. La mia alterata percezione profetizza il futuro, rivive il passato e dimentica il presente. Notte, mia grande amica, mi commuovi coi ricordi più belli, m'inquieti e mi rattristi con quelli più brutti. Al sorgere del Sole, una bizzarra costernazione mi percuote. Non comprendo. Cos'hai che mi somigli, che mi avvicini a te? Tu non sei luce, sei buio. Buio. Il mio buio dentro. Mi sorprendi e mi consoli col sorriso della Luna, e parlandomi della forza che ha la vita, imparo a far della mia pena la mia più cara poesia.
Violenti tormenti estinguono la tua anima, il cuore quasi s'arresta. Una feroce bestia alloggia nei tuoi occhi e la realtà è, ora, contraffatta. Ti leghi al letto, senti la tua fine e chi tanto hai amato ritorna da un mondo sconosciuto. Ti abbandoni alla morte, per ciò che, forse, fingi di non sapere. Ignori l'immagine di te mentre si sbiadisce pacatamente. È l'inganno dello specchio deforme.
Un cuore detta in versi, un cuore che ha perito, tuttavia amato. Disperso nell'ombra di ciò che ha dato, di ciò che ha perso, combatte ancora per riscoprire nuovi amori. Scrutando quel lucente nascondiglio della vita, vedrà un fiore come la sua incantevole bellezza, le stelle come immensità e bagliore. Un'ode d'amore sarà l'effimero volo di una farfalla. Ritroverà l'innocenza, la purezza negli occhi di un fanciullo. E nelle notti insonni scoprirà il coraggio di rivelarsi. Non resterà inerte alla rabbia, all'odio. Si purificherà nell'essenza della vita, ignorare il suo richiamo non potrà. Oltre l'inganno della sofferenza, ascolterà, toccherà la vita.
Cinico e indegno, amarti è disgrazia. Sei sortilegio, maledetto amore. Va' via dal mio cuore, va' via dai miei sogni. Mi hai dannato l'anima, cento volte di più sarà la tua se continuerò a vivere anelandoti. Eppure, se non t'amassi, morirei. T'amo senza paragoni e illusioni. ... Quanta follia, la tua, la mia.
Ad un passo da te, sfioro il tuo sguardo, riecheggiano baci voluttuosi, il tuo respiro, le tue mani, il tuo sapore di tabacco. Ma, da sempre, il nulla son stata, mi volti le spalle e te ne vai. Quanto tempo ad amarti per quel che sei e che non sei. Poi, dove mi hai persa e mai amata, mi ritrovi come misteriosa essenza e, ad un passo da me, t'innamori.
Una tenera melodia nel nome dell'amato. Un calore violento e dolce giunge al cuore. Un soffio prepotente di vita. L'anima che vola lontano da un frivolo e ipocrita mondo. Un profumo, né di rosa, né di talco, che solo il cuore comprende. Follia che vince la ragione. Lacrime luminose disegnano un sorriso. Complicità ad ogni male, ad ogni bene. Un tocco all'anima. ... Ma chi sono io per vergare d'amore, come potrei osare dinanzi a questa celeste immensità?