Scritta da: Silvana Stremiz
Orlando, che gran tempo innamorato
fu de la bella Angelica, e per lei
in India, in Media, in Tartaria lasciato
avea infiniti ed immortal trofei,
in Ponente con essa era tornato,
dove sotto i gran monti Pirenei
con la gente di Francia e de Lamagna
re Carlo era attendato alla campagna,.
dal libro "Orlando furioso" di Ludovico Ariosto
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    Scritta da: Silvana Stremiz
    Indosso la corazza, l'elmo in testa,
    la spada al fianco, e in braccio avea lo scudo;
    e più leggier correa per la foresta,
    ch'al pallio rosso il villan mezzo ignudo.
    Timida pastorella mai sì presta
    non volse piede inanzi a serpe crudo,
    come Angelica tosto il freno torse,
    che del guerrier, ch'a piè venìa, s'accorse.
    dal libro "Orlando furioso" di Ludovico Ariosto
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      Scritta da: Silvana Stremiz
      in premio promettendola a quel d'essi,
      ch'in quel conflitto, in quella gran giornata,
      degl'infideli più copia uccidessi,
      e di sua man prestasse opra più grata.
      Contrari ai voti poi furo i successi;
      ch'in fuga andò la gente battezzata,
      e con molti altri fu 'l duca prigione,
      e restò abbandonato il padiglione.
      dal libro "Orlando furioso" di Ludovico Ariosto
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        Scritta da: Silvana Stremiz
        Al pagan la proposta non dispiacque:
        così fu differita la tenzone;
        e tal tregua tra lor subito nacque,
        sì l'odio e l'ira va in oblivione,
        che 'l pagano al partir da le fresche acque
        non lasciò a piedi il buon figliuol d'Amone:
        con preghi invita, ed al fin toglie in groppa,
        e per l'orme d'Angelica galoppa.
        dal libro "Orlando furioso" di Ludovico Ariosto
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          Scritta da: Silvana Stremiz
          Piacciavi, generosa Erculea prole,
          ornamento e splendor del secol nostro,
          Ippolito, aggradir questo che vuole
          e darvi sol può l'umil servo vostro.
          Quel ch'io vi debbo, posso di parole
          pagare in parte e d'opera d'inchiostro;
          né che poco io vi dia da imputar sono,
          che quanto io posso dar, tutto vi dono.
          dal libro "Orlando furioso" di Ludovico Ariosto
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            Scritta da: Silvana Stremiz
            Dirò d'Orlando in un medesmo tratto
            cosa non detta in prosa mai, né in rima:
            che per amor venne in furore e matto,
            d'uom che sì saggio era stimato prima;
            se da colei che tal quasi m'ha fatto,
            che 'l poco ingegno ad or ad or mi lima,
            me ne sarà però tanto concesso,
            che mi basti a finir quanto ho promesso.
            dal libro "Orlando furioso" di Ludovico Ariosto
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              Scritta da: Silvana Stremiz
              Voi sentirete fra i più degni eroi,
              che nominar con laude m'apparecchio,
              ricordar quel Ruggier, che fu di voi
              e dè vostri avi illustri il ceppo vecchio.
              L'alto valore è chiari gesti suoi
              vi farò udir, se voi mi date orecchio,
              e vostri alti pensieri cedino un poco,
              sì che tra lor miei versi abbiano loco.
              dal libro "Orlando furioso" di Ludovico Ariosto
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                Scritta da: Silvana Stremiz
                Nata pochi dì inanzi era una gara
                tra il conte Orlando e il suo cugin Rinaldo,
                che entrambi avean per la bellezza rara
                d'amoroso disio l'animo caldo.
                Carlo, che non avea tal lite cara,
                che gli rendea l'aiuto lor men saldo,
                questa donzella, che la causa n'era,
                tolse, e diè in mano al duca di Bavera;.
                dal libro "Orlando furioso" di Ludovico Ariosto
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                  Scritta da: Silvana Stremiz
                  Che vi fu tolta la sua donna poi:
                  ecco il giudicio uman come spesso erra!
                  Quella che dagli esperi ai liti eoi
                  avea difesa con sì lunga guerra,
                  or tolta gli è fra tanti amici suoi,
                  senza spada adoprar, ne la sua terra.
                  Il savio imperator, ch'estinguer volse
                  un grave incendio, fu che gli la tolse.
                  dal libro "Orlando furioso" di Ludovico Ariosto
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                    Scritta da: Silvana Stremiz
                    Per far al re Marsilio e al re Agramante
                    battersi ancor del folle ardir la guancia,
                    d'aver condotto, l'un, d'Africa quante
                    genti erano atte a portar spada e lancia;
                    l'altro, d'aver spinta la Spagna inante
                    a destruzion del bel regno di Francia.
                    E così Orlando arrivò quivi a punto:
                    ma tosto si pentì d'esservi giunto:.
                    dal libro "Orlando furioso" di Ludovico Ariosto
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