in Poesie (Poesie d'Autore)
Traghettando
Il forestiero che traghetta il mare,
s'avvicina all'isola feconda
di cultura, di miti, di leggende,
muove pensieri nei remoti antri
vissuti dai ciclopi
in profonde voragini del tempo,
segue il passo di primi esploratori:
sicani, siculi, e fenici
che conobbero l'arte della stella
che insegnò la rotta ai naviganti
e diedero principio
alla trafila degli andirivieni.
Mozia, Solunto, Lilibeo, Palermo,
Monte Adranone, Erice, Mazara...
sono pietre miliari sui sentieri
percorsi dai cavalli degli albori
di cui trascina l'eco la corrente
del fiume che percorre
la palude oscura di millenni.
Il tempo non invecchia,
diventa sempre nuovo,
nel suo fluir trasporta sulla cresta
ondate di ricordi
a spettatori attenti sulla riva.
Sicilia è agglomerato di sapere
sepolto sotto ammassi di cultura,
fa sentire nel cuore la sua storia
ed invoglia a scavare nel suo grembo.
Dal petto scarno di cattivi figli
che esportano soprusi
la sua mafia dirocca le frontiere,
ma le virtù coronano il suo corpo
di madre pia, le dilette figlie
Agata, Lucia, Rosalia
hanno spanso dell'isola il vapore,
e vento teso che sopporta il peso
del suo dolore scuote col martirio
i cardini del male.
Cara Sicilia la tua veste è adorna
di cielo stelle sole monti mare
e cosparsa di fiori di pensieri,
sei convoglio gigante, la tua nave
confonde il passeggero
e lo conduce negli oscuri siti
popolati di mostri e di sirene.
Sfogliando i covoni una ad una
raccontano le spighe il tuo sapore,
ogni granello rende un libro pieno.
dal libro "Pennellate di Sicilia" di Giuseppe Stracuzzi