Scivolando nel blu
Si divertiva, lui.
Tra il serio e il compiaciuto,
sordo ai miei gridi d'aiuto,
mirava dritto al mio cuore
con le sue tristi parole.
Io mi incupivo e mi voltavo a nascondere
il viso, e lui con le dita mi prendeva e
mi rimetteva al mio posto, come
si fa con un quadro, che non
è più dritto ma obliquo, e
pende dalla parte dove
ha perso l'appoggio,
e scivolando va giù
sempre più
giù...
E mi guardava negli occhi, lui.
Due grosse polle d'acqua in cui scrutava
di lampi di gelosia.
Sciocco, lui.
E ingenua, io.
Io che restavo, e sognavo, e speravo...
Non ci fu mai gelosia.
C'erano solo orizzonti viola
disciolti in due oceani di malinconia.
E laggiù in fondo, persa laggiù sullo sfondo cadente, su quella linea insensata e
invisibile dove lo sguardo osa ma non si posa, su quella ferita
del mondo che non è più cielo e non è ancora mare,
lontano, laggiù nel vuoto, dove l'azzurro
si macchia di blu, c'era la mia anima
sola, obliquamente
appesa.
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