Scritta da: Silvana Stremiz
S'aprono i sipari
sulle ardenti giornate
giocate
dalle corse nevrotiche
della gente
illusa di tornare
alla normalità.

Quale normalità?
Crediamo veramente
che agitarsi e smaniare
sia un vivere quotidiano?
Crediamo davvero
che tornando a casa
possiamo essere sereni?

Quante tossine accumuliamo
durante le nostre giornate
"serene" di stress?
Quale felicità
ha il colore del sangue?
Guardando la nostra società
sembra normale.

Quesiti irrisolti…

Con le parole
tutti alzano i toni,
non si rendono conto
della vuotezza
del loro essere.

Parole accomunate
alla pochezza
che inneggia
orde barbariche
annunciando
lo sgretolio del mondo
delle idee.

Forse è proprio così
é una società barbara
la nostra
occultata dall'ombra di simboli,
di parole vuote
prive di realizzazioni.

Esistono parole
di azioni concrete
almeno così ci pare –
effigi della Società
ad alti livelli
con termini ridondanti
che riempiono le bocche,
di difficile comprensione…
e di pronuncia
per conferire un crescendo
a questa inconsistente vita.

Qui nasce il problema:
vivere d'immagine.

Abbiamo smarrito
il senso della realtà
già oggi
tutti credono di conoscerne
il significato
ma nessuno osa pronunciarsi.

Non aiuta a nessuno
essere ciò che non si è,
ma è più comodo.
Possiamo nasconderci
senza ascoltare
la nostra coscienza.

Termini come Etica e Morale
diventano una favoletta per bambini.
Si genera il pensiero
d'inutilità pubblica:
a concretizzare la nostra vita
ci vuole ben altro.

Ma cosa?
nessuno mai
lo ha ancora
scoperto…

Così nascono i mostri
dentro di noi:
il lato oscuro dell'uomo.

Vien da rabbrividire
quando si scorgono persone
meravigliate
nel leggere la cronaca nera.

Ecco presentarsi
innanzi ai loro occhi
la cruda realtà
della società in cui viviamo:
dove vivono
queste persone?

Noi generiamo cultura
tanto quanto la uccidiamo.

Se qualcuno mi chiedesse
di dar definizione
del genere umano
potrei solo dire:
"è un'anima contraddittoria".

È difficile comprendere
il genere umano
che è tanto attaccato alla vita
al punto d'amarla
tanto intensamente
da compier la folle gesta
d'interromperla bruscamente.

Ovunque andiamo
non tolleriamo
i nostri simili
eppur noi
vogliamo essere tollerati.
È questo che vuol dir tolleranza?

Spero che non siamo confusi
fino a codesta maniera!

In ogni società
si nascondono spiriti buoni.

È una gioia
accorgersi
che potenzialmente
siamo tutti buoni…
quando siamo soli.

Il dover apparire
ad ogni costo
ed in ogni situazione
minimizza
la nostra essenza
fin quasi a farla scomparire.

Se avessimo il coraggio
d'essere introspettivi
leggeremmo talune faccende
che non ci piacerebbero affatto.

Eppur siamo tutti criticoni,
polemici e sentenziatori,
se solo ne avessimo sentore
credo che nessuno parlerebbe più.

Abbiamo la malfatta abitudine
di non pensare ciò che diciamo.
Spesso la pensiamo
credendo che pensare
sia la prima cosa
che ci viene in mente.

C'era una volta…
o forse non c'è mai stata
quella volta
che abbiamo creduto
ad una favola realtà.

Oh, una favola… che orrore!

Il sol pensiero
di vivere una favola
ci spaventa.

Non abbiamo più
il gusto del bello:
abbiamo deformato
un intero sistema
per eliminarne ogni traccia.

Rompere un sistema
non è un cedimento
dell'esistenziale
che annichila il decoro:
ci facciamo usare
da un sistema generato
dal consumismo,
da un credo
che nasce in noi
propulso dalla voglia
di emergere
da un mondo
che ci calza
un po' stretto.

Il sistema generato
porta a vantaggio
una cerchia ristretta di persone
che possono soggiogare
una società intera
strumentalizzandola
creando stereotipi plasmabili.

Così nascono le mode
di varia natura e genere.

Un mondo subdolo
che fa di noi
una massa informe
monòtono.

Non siamo noi
a voler tutto questo?
Allora perché
sento tanti lamenti?
Forse è meglio chiedersi
chi sono
questi "Noi"!

Ci accorgeremmo
che due anime
vivono
nello stesso corpo
come fossero due persone
sotto lo stesso tetto.

Allor si pone
un dilemma:
e se esistessero
due mondi paralleli
per le nostre anime?
Non è che per caso
le abbiamo solo invertite?

Questo nostro dilemma
lasciamolo scorrere
ripromettendo un'analisi
in un altro tempo.

Per ora rimane
capire
qual è
il senso della realtà,
e se mai
l'accettiamo così
come la reazione
dei nostri comportamenti
che l'ha generata.

In questo opaco mondo
c'è la possibilità
di far risplendere i colori
per la loro naturale bellezza
se solo ci fermassimo
un attimo a pensare
scavando dentro di noi
nel pozzo
dei nostri desideri,
dei nostri sogni.

Vivere in una favola
non è difficile
basta uscire
da un mondo
che non senti tuo.

Per necessità
vivere marginalmente
la società
senza distaccarsene.

Ai confini della realtà
delle volte
si è
quando la si vive
intensamente.

Riscoprire l'Amore
in tutte le sue forme…
e colori.

Riesumare la propria anima
riaccendendo la passione
ci farà scoprire
un mondo apparentemente nuovo,
ma che è sempre stato il nostro.

La vita di società
eticamente e Moralmente
perfetta
non esiste,
ma esiste
un'Etica morale
e una Morale etica
ai quali siamo inclini:
fa parte della nostra natura.

L'uomo è contraddittorio
ma è pur sempre un'anima
dal candore maculato:
nessuno è perfetto!

Dosare le informazioni,
leggere fra le righe
l'immagine che ci vogliono imporre
traccerà il cammino
di uomini liberi.

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