Mia madre
Che entri mia madre
portando in seno mio padre
che entri per quell'attimo che basta.
Le somiglio lo so
in scioltezza di cuore
in pienezza d'affanno.
Che entri per governarmi l'assenza.
E m'investa la brezza
l'ossatura del moto.
Che entri per quell'attimo che basta
scollata dai tetti
dallo ione
da Dio.
E mi elegga veggente
oculato
interamente logico
quaggiù
nel polmone.
dal libro "Intestatario di assenze" di Luciano Nota
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