Per le porte
Per le porte che si aprono,
grazie. Al cielo porto di stelle
colmi gli occhi e le grazie leggiadre
d'ogni amore provato, scolpito nelle
notti di dicembre e di febbraio. Se lo stelo
del fiore fosse sempre così rigoglioso,
s'aprirebbero le porte degli arcobaleni,
occhi d'angelo per il cavo tra i telefoni.
Passo orgoglioso per le porte e se si chiudono
è solo dietro, tra le fosse di pozzanghere
asciutte. E sogni, suoni col mi
tra l'armonica e la bocca. Per le porte
le voci della parola cantata, scritta
e poi parlata. Scavo fin nell'angolo
che non sei e lo vedo, scolpito,
ogni amore passato per la sorte.
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