L'inchiostro dell'anima incontra la solitudine
Incasso con dignità.
Noi con una stella sulla fronte
raccolti da una fermata di autobus
in mezzo ad un strada deserta.
In tasca pochi anni ma con la consapevolezza
di saper già dove si va a finire.
Troppi stronzi padroni del popolo
si sono persi nel vento...
Perdendo il conto in banca di una vita
gettata in fondo dove gli occhi
del potere osservano vili i loro servi,
ed ora la carità riveste il viso.
Il cancello di bronzo ho preso a calci...
Nel suo interno troppi amori
con cui non ho avuto molta fortuna.
Le ragnatele sui sentimenti
ripudiati e mai comunicati a chi
ieri, oggi si è preso tutto.
Preferisco farla finita con questa
finta utopia ho una storia incompresa
con me stesso da vent'anni,
mi amo così poco ma ci finirò dentro
e con un po di malinconia m'innamorerò
degli occhi grandi e chissà forse
amare se stessi è bello come accendere
una sigaretta nei momenti di dolore.
C'è che in questa vita ho preferito
sempre farmi male e non dimenticare.
Senza mai prendere per mano il coraggio
e camminare solo per le vie funeste
del mio credere in una libertà virtuale.
La solitudine è la madre degli incompresi,
di chi di notte scrive in versi
con l'inchiostro della propria anima
le paure, i dolori, gli amori amati
così tanto da non pensar più che "ricevere"
ti possa rendere felice perché ti basta
il "dare" per poi soffrire per sempre.
Chi parte con una valigia di piombo
e non torna non è egoista
è solo una persona che ha perso
tutto compreso il cuore di cemento.
Diversi e dispersi sopra la follia
per poi marcire dentro
una preghiera fatta da una vecchia signora
sopra la bara di un figlio
caduto sotto la luna da solo.
Composta martedì 29 novembre 2011
Leggi un'altra Poesia Tutti gli Argomenti
Immagini con frasi
Consigliati
Ultimi argomenti inseriti
Commenti