Presso il sepolcro di Dante
La mia Firenze fu per me matrigna,
io volli riposare qui, a Ravenna.
Viandante, non parlar di tradimento,
le sia marchio d'infamia anche la morte.
Sopra il mio austero e candido sepolcro
tuba un colombo, uccello delizioso,
ma io continuo a sognare la mia patria,
e solo a lei tuttora son fedele.
Non ho preso nel viaggio il liuto infranto,
giace laggiù nella natìa contrada.
Perché dunque, tristezza mia, Toscana,
baci la mia bocca derelitta?
Il colombo dal tetto spicca il volo,
quasi qualcuno lo spaurisse, e l'ombra
funesto d'un velivolo straniero
traccia i suoi cerchi sopra la città.
Campanaro, tempella le campane!
Il mondo è avvolto di sanguigna schiuma!
Io volli riposare qui, a Ravenna,
ma anche Ravenna non mi dié sollievo.
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