L'emigrato
Tra le labbra
un ramo triste di uccello migratore
salsedine ed effimero
per te si estendono all'infinito.
Amiamo il mare, il suolo dei profeti, le trecce dell'amata.
Partire verso un altro mondo:
strade innevatesplendono musica,
notti s'intrecciano a porte di perla
città come coppe di cristallo.
Uccello migratore
credi che il mare sogni l'orizzonte
e città di cristallo siano solo per te?
Scaviamo trincee febbricitanti.
Temiamo forse l'avventura sulla via di Shiràz?
Sogniamo canzoni e torchi
e città limpide mentre emigriamo?
Restiamo in trincea
siamo l'avamposto;
in mente una visione
la stella meridiana
un cielo di poeta.
Gelati passi di rivoluzionari
si annunciano tomba
restiamo a nutrire la rivoluzione
di notizie felici, ostinazioni feroci e duro lavoro
ad ogni ora.
L'uccello migratore sia impiccato.
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