Inchiostro e Arsenico.
Ti senti sola?
"Ogni volta che il sole sfiora
le guance del mare."
Rispose così quella puttana seduta
su una nuvola accanto a Dio.
Arancione il cielo.
Incazzato è l'inverno.
Un angelo fuma la sua marlboro
poggiandosi piano ad un palo della luce
accanto alle anime denutrite,
consumate dal troppo donare.
Quell'angelo guardò negli occhi
il cielo e tutti i suoi figli,
beffardo sorrise alzando il dito medio
in onore del fuoco divenuto ormai ghiaccio.
Ho amato le donne come si amano
le sere appassite d'agosto immerse
nell'alcol a guardare le agonie del mondo
prendere il volo verso la pace e ridere
senza motivo per paura di respirare ancora.
Ho amato gli uomini come si amano
le stelle di carta tenute in cattività
dentro due polmoni d'amianto.
Riponendo tutto me stesso sulle loro mani
troppo piccole per la mia sensibilità
vestita da freddezza e non essere
più in grado di riconoscerla nel mezzo
di tante lacrime d'inchiostro e arsenico.
C'è un uomo che ride forse nel mio letto
assieme alle mie codarde labbra è già
entrato donandogli qualche petalo di pelle
incastrato nei denti della solitudine.
C'è una donna che piange forse
l'ho già tradita con lui o forse ha tenuto
fra le mani il mio cuore troppo tempo.
C'è la mancanza di un Addio
negli occhi della notte.
E mentre Dio rullava l'ennesima canna
d'erba e sudore continuavo a domandare
alla pioggia: "cos'è quel sorriso che
esplode nel ventre dei falchi?"
Solo l'inferno può rendere puro
un cuore solitario.
Composta lunedì 3 dicembre 2012
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