Scritta da: Silvana Stremiz
Piacciavi, generosa Erculea prole,
ornamento e splendor del secol nostro,
Ippolito, aggradir questo che vuole
e darvi sol può l'umil servo vostro.
Quel ch'io vi debbo, posso di parole
pagare in parte e d'opera d'inchiostro;
né che poco io vi dia da imputar sono,
che quanto io posso dar, tutto vi dono.

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    Scritta da: Silvana Stremiz
    Riferimento:
    canto 1, paragrafo 3

    Commenti

    1
    postato da , il
    sarebbe stato carino metterci anke la parafrasi ke così anke i più tonti avrebbero capito. no?

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