Vengan quante fūr mai lingue ed ingegni,
quanti fūr stili in prosa, e quanti in versi,
e quanti in tempi e paesi diversi
spirti di riverenza e d'onor degni;
non fia mai che descrivan l'ire e' sdegni,
le noie e i danni, che 'n amor soffersi,
perché nel vero tanti e tali fźrsi,
che passan tutti gli amorosi segni.
E non fia anche alcun, che possa dire,
anzi adombrar la schiera de' diletti
ch'Amor, la sua mercé, mi fa sentire.
Voi, ch'ad amar per grazia sčte eletti,
non vi dolete dunque di patire;
perché i martir d'Amor son benedetti
dal libro "Rime. Vol. 2" di Gaspara Stampa
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