Alla fine della via,
rotta,
come la non-vita,
spezzata,
anche l'ombra
mi è infedele,
mi anticipa il pensiero,
mi stride sul respiro,
porgendomi il cappio,
come fiocco fiacco,
fiotto di sangue,
rosso su nero pece,
si squaglia,
squarcia,
sconquassa,
in lento disfacimento,
decompongo carne
- tremula e mortale -
per ritrovare ossa,
nero dentro al nero
con tutto il buio che posso,
ché la penombra
inorridisce,
sbilanciata sul precipizio,
traghettata all'Ade
- Caronte e boia -
Espio sul mio Golgota
e
branchi d'anime pascenti
sfilare in marcia,
coppia di nibbi ad unirsi in volo,
balenare in burrasca
per sprofondare
nel cavo della mano di nera terra,
al di sotto d'ogni sepoltura,
gl'occhi di civetta chiusi a catenaccio.
- Sudario -
Recito l'ultima preghiera
tra chiodi e spine,
corona di regina ammazzata viva,
prodiga ma-donna a far ritorno,
bella,
malinconica,
notturna,
trasalire in vampe,
ebbrietudine dannata
in quintessenza.
Nuda.
Nera.
Piena.
Vasta.
Le cose mute.
Requiem.
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