Chiamami insidia.
Appellami coltello
col quale possa io
frugarti dentro le carni
col piacere crudele
e sprofondarti fino alle placche
e muoverti a zolle.
Toglimi la solitudine
e restami pelle su pelle
cambiami guaina
serpente e peccato
mutami da bisogno a pienezza.
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