Questa notte
Vibrano corde stonate
al pensiero di lei.
Riverberi di specchio e stelle
annegano nel mare
della mia rinnovata solitudine;
schiantano sui miei occhi
stanchi bagliori, nuovi,
tristi piaceri che l'anima rude schiude;
antichi suoni,
schiusi dalla porpora di stelle
di cui si bagna mesta
la mia pelle; questa,
è la polvere stellare;
lascia la scìa,
mi sugge linfa vitale da bere dalla sorgente:
la mia.
Guardo il suo sguardo
che nell'infinito oceano
mi mostra le mille rotte,
sono solo, io,
questa notte
e mille altre.
Lacero in brandelli di seta e pianto
il pensiero fugace; di lei.
L'animo mio innamorato,
è fallace
dinanzi al canto inumano;
è straziato. Tremola
la mano levata verso il tuono,
poco distante,
in segno di sfida
o forse di perdono,
ma il gesto è insistente,
non odo alcun suono,
se non il pensiero
d'un uomo che si pente
d'aver intessuto di passato
il suo presente,
tanto d'aver finito
con il vestire d'abito scuro
ciò che poteva avere tra le mani ora;
o in futuro.
Ascolto solo l'urlo
che mi accompagna,
mi consola,
questa notte sola
o mille altre
e altre ancora.
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