Scritta da: Gabriella Stigliano

Il profeta

In un cupo deserto io vagavo
dalla sete dello spirito oppresso,
ed ecco un serafino con sei ali
mi apparve ad un tratto da presso.
Lieve come un sogno si avvicinò
e gli occhi stanchi mi sfiorò.
Si aprirono le profetiche pupille
come alle aquile impaurite.
Poi toccò le mie orecchie,
e di suoni esse furono empite:
e vidi in alto degli angeli il volo
e udii il cielo che fremeva,
e scorsi il moto delle serpi marine
e il vinco delle valli che cresceva.
Poi si accostò alla mia bocca,
strappò la mia lingua veemente,
ma frivola, vuota e maligna,
e l'aculeo del saggio serpente
nella mia bocca agghiacciata
ficcò con la destra sanguigna.
Poi il petto mi aprì con la spada,
ne tolse il mio cuore tremante,
e nel petto aperto egli depose
un carbone ardente e fiammante.
Come salma nel deserto giacevo,
ma la voce divina intendevo:
"alzati, guarda e ascolta, o profeta,
fa ciò che ho scritto nella mente,
percorri terre e mari senza tregua,
con la parola accendi il cuore della gente".

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