Scritta da: Gabriella Stigliano

Il poeta

Finché Apollo non sacrifica
il poeta sul suo altare,
nelle pene del vano mondo
egli spaurito deve aspettare.
È muta la sua sacra lira,
l'anima freddi sogni assapora,
dei miseri figli della terra,
forse egli è più misero ancora.
Ma appena la parola divina
il sensibile udito toccherà,
come un'aquila risvegliata,
l'anima del poeta si alzerà.
È triste nei trastulli del mondo,
fugge via dalla gente chiassosa,
davanti all'idolo delle masse
non china la testa orgogliosa.
Corre, selvaggio e severo,
pieno di sgomento e di canti,
fin sulle onde del deserto,
nel bosco di querce fruscianti.

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