La linea distorta del dolore
che ritenta la geometria del cosmo
divinamente accesa
e sempre ti insegue sulla traccia di luce
e poi si oscura in questa epilettica
ansia di giungere alla fine.
E qui tra le quattro mura nulla
se non la mano pittrice del tempo
embrione di eternità
sul capo la luce primigenia
e il cuore, fuggiasco incatenato
che balza dalla sua vocazione:
essere una ferita.
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