Non ho preteso il tempo,
le lunghezze, l'amaro del cambiamento,
il ciclo delle stagioni.
Il mio volere è vita degli attimi,
la mutevolezza del secondo,
lo stop,
il respiro,
il momento dopo,
l'intervallo della palpebra mobile
prima dello sbatter di ciglia
e il chiedersi
cos'abbia catturato
la pupilla così,
a contatto con la pelle
nel punto del venir meno della visione
e cosa ritrovi,
come spettro inaspettato,
in riapertura.
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