Padre, se amo e dimentico, perdono,
spiga profonda dell'ardore mio,
padre non disdegnarmi anche se accendo
alle tue antiche e gelide ginocchia
questo rogo violento che ti atterra.
Vedo dentro nell'anima il tuo volto
così profondo di minaccia e altero,
sento su me il tuo dialogo scoperto,
ho la visione assurda del tuo riso.
So che mi hai rilanciata dal tuo grembo
priva di tutto, nuda come un ramo
che non possa per te rendere fiori
so che mi appoggi ad una rupe spenta
per saggiare il mio moto. Ebbene, Iddio,
io son fatta così, una mendicante,
una che geme se tu l'allontani,
una che senza te non può volare
ma strisciare per terra. Fa che amore
mi riporti al tuo seno, io sono tua
sino da quando mi posasti in seme
dentro grembo di donna, io sono tua
sino da quando in me nacque ragione.
Ora perché me la riporti via?
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