Giacinti, custodi del fiore della mia ferita.
Sotto l'asse dei germogli
ho trovato un disco di morte
in stato di grazia.
Grida di uccelli allineati,
un filo di perle in diagonale sul monte di parole.
Ora cadono piume lunari:
il canto non consumato, per te.
Il tempo ha per ognuno un cuore
che, traendo i suoi sogni dalla polvere delle stelle,
si strapazza di danze fino a diventare un folle.
Ci diamo un cenno
raffiche di luce da una bocca all'altra,
un tocco di vento di papavero sulle nostre palpebre.
Alla fine, davanti al cancello
nell'ora arsa dal fuoco,
la parola inespugnata.
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