E sempre incinti della nostra ombra
(pur nella luce massima, violenta!)...
partorirò la morte mi domando?
E non potrò vederla, sarà orfana?
Tutta la pancia della mia figura
che non s'accresce in mesi di decenni...
sto conservando dentro un bimbo morto?
I piedi son cordoni ombelicali
e succhi la sostanza già del nulla,
l'aria, una ciotola di latte, vuota?
E come stare sempre a bere il fondo?
Ma anche se fossi nata e già saresti
bambina, e (supponiamo) pure adulta,
perché hai bisogno di tenermi affianco?
Mi sento un cane che trascina un cieco!
Come un aedo che trapassa il buio
(come se fossi solo una pupilla)
come se il corpo fosse un lungo inchiostro,
scrivi oralmente o parli per iscritto
ai fogli casuali delle strade
il poema finito del destino!
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