La terra non parlò, non disse nulla,
né sussultò, neppure trasalì
all'osservare un'altra morte ingiusta.
Calpestò dagli albori la sua aureola,
il suo tendere in alto, seppellito
nelle più buie sue profondità.
Vestì il suo volto con i suoi zampilli,
il suo morire, il suo esser portato
via e sotto di sé, come tornasse
al grembo della madre il nascituro,
il già nato probabilmente altrove,
con l'anima tenuta tra le braccia
d'un'altra madre nel suo corpo azzurro,
perché succhiasse dai molti capezzoli
il latte che gli offrivano le nubi.
E la bocca del sole che calava
in un silenzio che s'avvicinava
al sonno oscuro, sotto le lenzuola,
dove dormiva insonne, la sua spuma
ai piedi di quel letto si muoveva,
scelto l'unico fianco, per l'insonnia
a cui era costretto, oltre le labbra
i suoi raggi-parola, ormai lontani
dal cerchio dell'aureola più pura,
sembravano il riflesso d'una voce:
"sei santa solamente con il sangue."
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