Le curve della tua statura bianca,
negli andamenti snelli delle gambe,
son procinto di voli; e d'anca in anca
il passo non si spicca via, ma lambe
l'erba con fluidi rivoli
di sole, su cui scivoli,
staccandoti ora a dritta ed ora a manca
dal suolo che ti stanca.
Un ritmo di movenze ardue, stellari,
benché frammisto a trascinii di rettile,
s'imprime entro i tuoi lombi involontari,
in voci chiuse; e tu, angelo, emettile
nei tuoi passi felici
in cui tacendo dici
che il cielo, anche se in cicli millenari,
muove teco, alla pari.
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