A quanto pare mia madre non dovrebbe avermi abortito
Vinco le parole al fiato
lacero le fibre necessarie
sanguino il sanguinabile
giro il cannocchiale verso di me
non compro nessuna macchina usata da quel tizio
la macchina usata ce l'ho già
infilo il mare
ne vengo sputato
cedo la ragione al vento
dò forma alla strada con l'ombra del machete
dò forma alla mia ombra col gesso
conosco il muschio senza fargli conoscere me
conosco il bordo del mondo per sentito dire
non mi lascio minacciare nel futuro
inalo il monte rosa
scalcio
giro le trottole
conservo la soglia del dolore
mi presento gli occhi che per poco non ho usato
mi concedo, mi assumo, mi spingo, mi apposto, mi bracco
mi invito alla festa
dirigo l'attenzione con bacchette in ciliegio
riconosco il piacere
rilascio le spalle
non trattengo urla
non trattengo nascite
non dubito delle stelle
non dubito del fatto che mia madre non mi abbia abortito
non ho intenzione di sentirmi abusivo.
dal libro "Lettere d'amore nel frigo. 77 poesie" di Ligabue (Luciano Ligabue)
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