Volevo la luna
Ancora piccola
lasciavo il letto tanto freddo, tra tanti respiri
mi muovevo piano per non farmi sentire
e col nasino schiacciato, stavo per ore
dietro i vetri appannati dal gelo
scrutando il cielo.
Una preghiera, come un anima in pena
spiando la mia carceriera
che nei lunghi corridoi si aggirava
col velo nero ed una cera
che lasciava odor di fumo dove passava.
Un fantasma sembrava
nella sua camicia bianca esagerata
faceva paura nella notte
in quell'immensa camerata.
Guardavo quella luna ogni sera
che dietro le nuvole si nascondeva
non era mai intera.
Sognavo la mia mamma lontana
e mi sembrava vera
i suoi baci, le carezze, mai così vicina
la sentivo nel cuore
e chiedevo ancora, al pallido chiarore...
Poi una voce mi chiamava
e la scia di fumo a me si avvicinava
mi stringeva le mani e prometteva...
dormi che domani...
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