Patria mia!
Patria mia, come sei ridotta.
Il popolo non vuol seguir la rotta,
la gente è sempre più corrotta
e tutto questo per un po' di torta.
L'Italia è una bancarotta,
dove tutto s'insabbia e si complotta
per avere più grossa la pagnotta.
S'affilano le armi della lotta,
tutto è una deplorevole condotta,
ognuno teme che l'altro l'inghiotta,
per cui si delinque a frotta.
Meglio tacere, perché parlare scotta.
Questo ai governanti piace
e il popolo soggiace.
Dov'è l'amore antico di patria e libertà?
Dov'è il vigor dell'uomo e la sua abilità?
Questa democrazia è tutta falsità,
che porta solo in auge la bestialità
ed ai politicanti tutta l'immunità
per vivere senza tema e con impunità.
Svegliati, o popol, tosto,
non restare sottoposto,
è troppo alto il costo,
che ti è stato imposto.
Sii fiero del tuo nome,
non fare il prestanome.
Tu, da buon italiano,
non prenderla nell'ano,
non passare per finocchio,
non restare più in ginocchio,
non morire da pidocchio,
ma da uomo, sopra un cocchio.
Composta sabato 23 settembre 2000
dal libro "Accenti d'amore e di sdegno" di Gino Ragusa Di Romano
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