Un sogno

un gruppo di medici è  venuto in ufficio.
Avevano rimostranze da fare,
ne ho riconosciuti molti
eravamo stati ragazzi insieme,
ma loro non hanno riconosciuto me,
sono un uomo sciupato.
Portavo come sempre
documenti nella stanza accanto  
e cercavo qualcuno.
Le impiegate mi hanno detto che non c' era ancora “ il poi” che sarebbe dovuto arrivare.
Ma non era mai in orario.
-Anzi è sempre in ritardo-
una di loro lo ha detto
ridendo forte,
ci siamo stretti
strusciati.
Lei si è bagnata,
ma forse erano lacrime
scivolate in basso,
mentre mi stringeva forte
con mani cattive.
Subivo la stretta
ma seguivo con gli occhi d' illuso
i medici andare all'  uscita
con l' aria di chi ha vinto
ma voleva di più.
Dietro la porta di legno e chiodi
il medioevo,
strada in salita
strada di grossi sassi appuntiti.
Verso la piazza,
alla stazione del treno
Fellini Federico
professione impresario
aveva mandato un clown dietro al gruppo
di turisti stranieri,
saltava e suonava la tromba.
Io stavo a distanza
con i pantaloni bagnati
bagnati di lei.
Il cielo si manteneva scuro,
tarda serata d' estate
o preludio al temporale  
o pomeriggio d' inverno,
niente mi era ben chiaro,
solo i miei tempi sbagliati,
forse.
Composta venerdì 12 aprile 2013

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