L'ultima figura vista
Mi guardi
ma di sfuggita.
Mi ascolti
ma per educazione.
Io non so neppure più
quello che sto dicendo.
Mi sei di fronte
ma i tuoi piedi
sono già voltati all'indietro,
sono impazienti di portarti via,
tu con le tue valigie.
Io parlo al passato
dico mille volte
"ti ricordi..."
"mi ricordo..."
Ma tu invece
hai ben chiaro il tuo futuro.
Mi faccio quasi schifo
col mio inutile parlare,
ti faccio perdere tempo e basta.
Forse
il fatto che io non sia riuscito mai a cambiare
ti ha tolto dall'impiccio,
ti ha dato la scusa che cercavi
per mollare.
Eppure
sapessi quanto mi è costato
non riuscire a fare
neppure quel niente che mi hai sempre rinfacciato.
Certo che sei bella,
chissà
come hai fatto a contentarti
per tutto questo tempo,
o forse c'è sempre stato l'aiuti di qualcuno,
magari un consigliere di bella presenza...
Meglio che non sappia
meglio che non veda.
O forse no,
è meglio che ci pensi spesso
in questo tempo che mi aspetta.
Pensare tutto il male su di te
mi impedirà di fare male a me,
forse.
Ma non mi sono accorto
che avevo smesso di parlarti,
e tutte queste cose
le avevo solo in mente.
E so come sei fatta,
non hai aspettato
che mi risvegliassi dai pensieri
e mi hai lasciato qui da solo.
Ma adesso sono cosi stanco,
mi butto un po' sulle lenzuola sfatte
però prima di cercare di dormire
prendo la mia autostima ed il mio amore
e li metto sotto il letto
a macerare,
accanto alle mie scarpe ed alle tue pantofole,
e non li tolgo più da li,
neppure per pulire.
Composta martedì 8 ottobre 2013
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