Ti vedo con gli occhi chiusi,
ché la pelle li ha sempre aperti.
Con gli orecchi sulle vertebre
a sentir il tuo cuore
quando,
ritmicamente,
ti avvicini.
_Ti allontani
per entrare dentro al nero,
bianco della carne, attorno,
eredità di generazioni
di donne diafane
e le tengo tutte in me
- perfette, perfetta -
L'odore di mandorle a lisciare i corpi,
guizzare,
sgusciare,
scivolare,
aderire.
Sfiora ciò che è sfiorabile
e tarda e trattieniti.
Si attacchino i secondi agli attimi
e si cuciano lembi di pelle,
di noi,
amanti siamesi.
Arpionato ai capelli, corde,
come se il vacante, sotto, ti aspirasse,
a stringermi il collo come ad uccidermi,
invece,
vivendo.
Dimentichi di mortalità,
eterni dei.
Tu,
mia Nemesi.
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