Scritta da: R. C.

L'amazzone

Solo, mi abbandonai al declino interiore,
Mi guardai indietro e
Trovai conforto nel calore dei ricordi,
mi scaldai di quei momenti passati con mia madre,
Delle lunghe interminabili malattie dell'infanzia
tra le sue coccole e le sue carezze.
Al mattino mi svegliava con un bacio sulla fronte,
mi ricordava che era diventato giorno
e sentivo l'odore della prima colazione
mentre lei canticchiava un motivetto allegro
prima di ripresentarsi per darmi il consueto pizzicotto sulle guance.

Una mano sulla spalla mi destò da quel torpore,
Era uno dei miei fratelli,
che con gli occhi gonfi di lacrime mi guardava,
Cercai il solito coraggio e affrontai il destino.
Entrai e la vidi lì distesa serena,
come sempre aveva sperato,
come sempre l'avevo vista.
Nulla era cambiato,
se non il fatto che ora era libera per sempre,
Sola, per tutta la sua vita,
Come un'amazzone
aveva combattuto mille battaglie ed ora,
Finalmente, deponeva le armi.
Mi rivolsi a lei con lo sguardo, mi guardò,
Accennò un sorriso, le presi le mani,
Mi avvicinai alle sue labbra e disse: ora vado serena.
Fu l'ultima volta che la sentii parlare,
La guerra era finita.
Aveva vinto un'altra volta,
perché tornava dal suo grande amore,
Mio padre.
Composta domenica 1 dicembre 2013

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