Ho ore infinite,
estenuanti,
con la testa tra le mani
come se reggessero il vuoto
o il tutto pieno
o il saturo
o l'inutile,
il superfluo
di un pensiero moribondo,
sul tramonto,
che indica la fine,
segna l'atrofia,
bagnarsi col gesso
ed indurirsi.
Non flettersi,
ma spezzarsi.
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