La partenza
E quando sento quella musica,
pian piano mi svesto
e ogni vestito cade al suolo, e non fa alcun rumore
proprio come le ruote di quell'auto
che mi hanno condotta lontano.
Lontana da dove?
Da un profumo familiare a me sola
che mi avvolgeva lentamente, mi inebriava
e così chiudevo gli occhi
e quell'odore diventava più intenso
e trascinava con sé i ricordi, tutti,
troppi per un'unica mente.
L'odore del legno,
del sale,
del latte,
dell'infanzia.
Lontana da dove?
Lontana dal rumore
di onde che combattono contro le scogliere aride del Tirreno,
che rastrellano la sabbia umida delle prime ore del mattino
quel mattino in cui tutto rimpiccioliva
a poco a poco
a mano a mano che quell'auto
si distanziava dal punto da me fissato.
Lontana da cosa?
Da occhi che mi fissavano
e continuano a fissarmi nei sogni,
da mani che mi hanno stretta nei momenti duri
che mi hanno attorcigliato i capelli
che mi hanno abbracciata e accolta,
da parole che mi hanno canzonata
e insieme rassicurata.
Io ho lasciato tutto questo
ma non ho abbandonato nulla.
E quando ho realizzato
l'impossibilità di dimenticare tutto
sono diventata una giovane donna
per poi ritornare, infine
a quella bambina che a avevo perso
sulla sabbia umida di un mattino
in cui tutto rimpiccioliva a mano a mano.
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