Sono dentro una scuola,
chiuso forzatamente per cinque ore,
tutti i giorni.
Il mio occhio cade dietro i vetri della finestra,
non conosco il mondo fuori,
quello del mattino.
Non conosco i suoi odori,
non conosco i suoi colori,
la sua aria.
Un dì non entrai a scuola,
era grottesca la mia idea
di esplorare il mondo al mattino.
Scoprii nuovi odori,
ignoti per me.
L'odore del pane appena sfornato,
l'odore del caffè che usciva dalle case durante il mio tragitto,
l'odore dei fiori appena svegli.
Udii nuovi suoni,
il rumore e le urla degli autisti che indiavolati suonano il clacson,
il vociare dei bambini che entrano a scuola,
il rumore della città mentre lavora,
il rumore delle tazzine del caffè nei bar,
il cinguettio degli uccellini,
che liberi scorrazzano nel limpido cielo azzurro,
ecco,
vorrei essere come loro,
libero,
di correre nei prati,
di gridare quanto sia meravigliosa e imprevedibile la vita,
ed è questo il bello.
Essere liberi,
nei pensieri,
nel parlare,
nel fare,
nello scrivere,
nel tutto.
Senza nessuno che ci dica cosa dobbiamo fare e cosa non.
Noi dobbiamo essere liberi, come gli uccellini.
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